associazione imc
 

Critiche e... riflessioni da Italiano!

 

Ogni qualvolta sento una persona muovere aspre critiche contro qualcosa o qualcuno, solo una domanda mi sorge spontanea: "quid pro?”. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA) da mesi critica aspramente la riforma del processo civile introdotta dalGoverno, con il bene placido della stampa che gli dà sempre un grande risalto, ma a questo punto c’è da chiedersi perché non abbiano fatto una seria proposta di modifica che colmasse quelle che loro ritengono essere le lacune di questa legge.
In Italia abbiamo un problema serio costituito dalla durata assurda ed ingiustificabile di un processo, sia civile che penale, e questo è contro la costituzione. I tribunali sono oberati di lavoro, spesso (ma non sempre) alacremente svolto dall’apparato giudiziale che, però, soffre di una carenza endemica di organico, peraltro in uno dei paesi più litigiosi della Comunità Europea.
Di fronte a questa situazione incresciosa, le uniche cose che l’OUA sa dire sono che la conciliazione allunga i tempi del processo, costa di più al cittadino ed i media-conciliatori potrebbero essere incompetenti e di parte. E’ tutto vero? Dipende.

 

 

La media-conciliazione allunga i tempi del giudizio?
Chi inizia oggi una causa può ragionevolmente attendersi una sentenza di primo grado entro 28 mesi, mentre ci vogliono altri 38 mesi se si ricorre in appello e, infine, ulteriori 39 mesi in caso di ricorso alla Corte Suprema, il che porta il totale a circa 8 anni e 9 mesi.
Cosa succede con la media-conciliazione obbligatoria? Se le parti raggiungono un‘intesa, la durata della controversia  scende drasticamente ad un massimo di 4 mesi, mentre se non la raggiungono e si esperiscono i tre gradi di giudizio, il totale sale a 9 anni e 1 mese. Ora, vale la pena investire un massimo di 4 mesi per risparmiare 8 anni e 9 mesi oppure su una durata simile 4 mesi fanno la differenza?
Si potrebbe obiettare che alcuni giudizi non durerebbero così tanto perché si arriverebbe solo al primo o, massimo, al secondo grado, ma stiamo comunque parlando di investire un massimo di 4 mesi per ottenere un risparmio potenziale di 2 anni e 4 mesi o di 5 anni e 6 mesi. Siamo davvero sicuri che non ne vale la pena?

Abbiamo provato a ipotizzare la durata totale, espressa in mesi, di 5 cause senza obbligo di media-conciliazione (colonne di sinistra) per confrontarla con la durata totale di altrettante cause con obbligo di media-conciliazione che, in questo caso, è riuscita una sola volta.

tabella1

Come si può notare, basterebbe che la media-conciliazione riuscisse a risolvere una sola controversia su cinque perché una persona risparmi il 14% in termini di tempo, percentuale che sale al 34% ed al 54%  a fronte di una percentuale di successo, rispettivamente, del 40% e del 60%.

Volendo essere precisi al limite della pignoleria, bisognerebbe anche tener conto di quanto si ridurrebbe la durata dei processi civili a seguito del minor carico di lavoro dei tribunali grazie alle controversie chiuse in media-conciliazione, ma non ci vogliamo spingere così oltre.

La media-conciliazione costa di più al cittadino?
La risposta a questa domanda implica un ragionamento molto simile a quello fatto sulla durata del procedimento.
Innanzitutto bisogna fare una premessa: il cittadino che è ricorso alla media-conciliazione gode di un credito d’imposta fino a € 500,00 in caso di esito positivo e fino ad € 250,00 in caso di esisto negativo.
Ora, riprendendo lo schema sopra ed ipotizzando sempre cinque cause di valore medio pari ad € 70.000,00 ecco cosa ne esce:

tabella2

Come si può vedere, basta che una sola controversia si chiuda in conciliazione perché il costo medio di una causa per il cittadino passi da € 5.100,00 a € 4.350,00 il che significa un risparmio del 15%.
Questo già sarebbe molto, ma se la conciliazione permettesse di risolvere il 40% delle controversie prima del giudizio, il risparmio medio salirebbe a € 1.850,00 per causa, ovvero il 36% in meno…

La risposta alla domanda iniziale mi pare ovvia: no, la conciliazione fa risparmiare il cittadino!!!

I media-conciliatori potrebbero essere incompetenti e/o pronti a favorire una delle parti?
Non è giusto rispondere ad una domanda con un’altra domanda, ma questa volta è d’obbligo: può un professionista, quindi un avvocato, un commercialista, un ingegnere, un architetto, un medico, etc., essere incompetente oppure parziale? La risposta ad entrambe le domande è la stessa poiché i media-conciliatori sono dei professionisti, quindi se un professionista può essere incompetente o parziale, allora lo può essere anche un media-conciliatore.

L’OUA vorrebbe far credere che gli organismi di conciliazione siano disposti a reclutare come media-conciliatori tutti i ragazzi freschi di laurea che abbiano fatto un corso di 50 ore. Ammesso e non concesso che ciò fosse vero (e basta guardare l’elenco dei media-conciliatori abilitati per rendersi conto che non è affatto così), l’OUA si “dimentica” che gli organismi di conciliazione stessi sono responsabili dell’operato dei media-conciliatori, responsabilità su cui vigila il Ministero di Grazia e Giustizia.
Inoltre, l’OUA dovrebbe anche spiegare quali danni così ingenti potrebbe mai fare un media-conciliatore, stante che allo stesso non è richiesta e, anzi, è strettamente preclusa la possibilità di dare un giudizio, sia in fatto che in diritto, in merito alla controversia: il compito del media-conciliatore è far dialogare le parti e, se richiesto, fare una proposta alle stesse, ma non può in nessun modo obbligare le stesse ad accordarsi, men che meno a loro discapito.
Infine, anche nell’ipotesi che una delle parti fosse danneggiata dall’incompetenza di un media-conciliatore, l’organismo di riferimento è tenuto per legge ad avere un’adeguata polizza a copertura di questi danni.

Quanto all’asserzione che gli organismi di conciliazione presso le associazioni di categoria possano essere, manifestatamente o meno, di parte, è un’illazione che non vogliamo nemmeno prendere in considerazione, anche se non è certamente il nostro caso. Di sicuro, da un organismo che rappresenta o dichiara di rappresentare gli avvocati, ci aspetteremmo un atteggiamento in linea con il principio dell’innocenza fino a prova contraria.

In conclusione, all’OUA piace tanto muovere critiche senza motivarle minimamente, forse perché basta un minimo di analisi per rendersi conto della loro sterilità. A differenza loro, noi non pensiamo che abbiano utilizzato motivi pretestuosi solo per salvaguardare i propri privilegi o la propria posizione ma a questo punto saremmo davvero curiosi di sapere quali sono i reali motivi.

Buona serata a tutti!

Torna alla rassegna stampa

Profilo Facebook Associazione IMC
Profilo Twitter Associazione IMC
Profilo G+ Associazione IMC